Chi visita Sorrento resta incantato dalla luce dorata che danza sul mare, dal profumo degli agrumi sospeso nell’aria, dalla voce del vento che sfiora le rocce. Ma pochi sanno che, secondo una leggenda antichissima, il nome stesso di questa terra nasce da una creatura altrettanto luminosa e misteriosa: Sirentum.
Una nascita promessa alle Sirene
La leggenda ci riporta sui colli verdi di Casarlano, dove vivevano due giovani contadini: Mirone,
uomo laborioso e devoto alla terra, e Leucosia, una donna dallo sguardo profondo come il mare. Si racconta che Leucosia fosse in realtà una delle tre mitiche Sirene figlie di Acheloo, trasformata in mortale per amore. I due, che non riuscivano ad avere figli, si rivolsero con fede al tempio delle Sirene che un tempo sorgeva a Massa Lubrense.
Il loro voto venne ascoltato, e nacque così una bambina dalla bellezza straordinaria: Sirentum. I suoi capelli brillavano come fili d’oro, i suoi occhi riflettevano il cielo limpido e il suo cuore era
colmo di gentilezza e desiderio di libertà. La sua esistenza sembrava già intessuta di destino.
Un giorno, mentre passeggiava sulla spiaggia di Marina Grande, Sirentum incontrò Partenope, la sirena immortale. Tra onde leggere e parole sussurrate, Partenope riconobbe in lei un’anima affine e le predisse un futuro regale: “Diventerai regina, e il tuo nome vivrà in eterno tra queste scogliere.”
La profezia si compì quando Sirentum conobbe un giovane e affascinante principe del casato dei Durazzo. L’amore fu immediato, e il matrimonio segnò l’inizio di un’epoca felice per la città. Gli sposi tornavano spesso a Sorrento dove accoglievano il popolo con feste, banchetti e sorrisi generosi.
Ma il destino volle mettere alla prova l’amore dei cittadini per la loro regina. Nel 1558, la città fu saccheggiata dai pirati saraceni e Sirentum venne rapita. Fu un tempo oscuro, in cui la bellezza della regina mancava come manca il sole in inverno. Eppure, il legame tra lei e il popolo era troppo forte per spezzarsi, perciò ogni abitante, dal più ricco al più umile, diede ciò che aveva: gioielli, risparmi, utensili, perfino scorte di grano. Una raccolta spontanea, nata dal cuore, permise di riscattare Sirentum e riportarla in patria, tra le lacrime e i canti della sua gente.
In segno di gratitudine e amore eterno, i sorrentini decisero che il nome della città avrebbe onorato per sempre quella donna straordinaria. E così, da allora, Sorrento è Sirentum, trasfigurata in pietra,
mare e memoria.


Una terra incantata dalle Sirene
Ma il legame tra Sorrento e le Sirene non finisce qui. Secondo l’epica omerica, proprio nelle acque davanti alla penisola Sorrentina Ulisse affrontò il canto ingannatore delle Sirene. Solo grazie all’ingegno – e all’aiuto della dea Atena – riuscì a resistere alla loro voce seducente.
Quelle creature, respinte dal silenzio di Ulisse, si lasciarono morire, tramutandosi negli isolotti noti oggi come Li Galli, visibili da Punta Campanella. E proprio lì, in cima al promontorio, Ulisse fece erigere un tempio dedicato ad Atena, i cui resti si possono ancora visitare.
Sorrento, la città che canta ancora
Oggi, quando passeggi per le vie di Sorrento, tra chiese antiche, terrazze fiorite e scorci sul mare, potresti avvertire un’eco. Non è solo il vento o il richiamo del mare. È la voce di Sirentum, che ancora vibra tra le pietre, nei versi di un poeta o nel profumo di un dolce al limone.
E se ascolti bene, potresti anche sentire le Sirene, che ancora vegliano su questa terra sospesa tra mito e meraviglia.